mercoledì 29 marzo 2017

La Tuberosa del III Millennio: Ritorno al Passato con Roja Dove ( III parte)


Quando i giorni afosi d’estate lasciano il passo alle giornate tiepide di settembre, molte giovani donne si accingono a lasciare le case genitoriali per intraprendere un nuovo viaggio della vita: quello successivo del matrimonio. Era il 4 settembre 1961 e una bellissima sposa dai capelli corvini e dall’incarnato eburneo si stava apprestando a vivere quello che sarebbe stato il suo giorno più bello che non avrebbe mai dimenticato! Nella grande casa fervevano i preparativi, e tutto era inondato dal fresco, suadente e narcotico profumo di tuberose appena recise per prepararne composizioni che avrebbero invaso tutte le stanze con il dolce  effluvio intenso che le caratterizza,  e con il loro aspetto così raffinato ed iridescente!
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Quando il grande parfumeur Roja  Dove, uno dei nasi più famosi e raffinati che esistano al mondo, definito il pornografo della profumeria per il talento di inserire nelle sue fragranze (tra le più care al mondo) creatività, provocazione e tecnica sublime, ha incominciato a lavorare alla sua Tuberose che avrebbe visto la luce nel 2016, aveva in mente di  rendere omaggio alla tuberosa più famosa di tutti i tempi: Fracas! 
Rivisitata in modo semplicemente magnifico attraverso un’apertura che sembrerebbe polverosa quanto zuccherina ove si rincorrono note fruttate come pesche, susine, fiori d’arancio e sentori speziati di cannella e serica vanillina,  il bouquè poggia delicatamente su di un letto di gelsomini di Grasse dal profumo inebriante, profilato dal labdano e un muschio leggermente conturbante ma senza alcun eccesso: tutto è pulito, gli elementi olfattivi sono perfettamente calibrati tra loro: questo ius fa pensare in parte sia alla Tuberosa di Caron che al Chloè di Lagerfield. 


Roja Dove ha voluto ricreare tutta la bellezza e la freschezza del fiore compiendo un vero e proprio viaggio nel passato utilizzando  sia l’enfleurage  che le moderne tecnologie del nuovo millennio. Una tuberosa quasi glassata  che riporta in auge la bellezza di un bocciolo magico, con tutta la sua freschezza e cremosità, senza improvvise virate indoliche che portano a snaturare la purezza del fiore che rimane trasparente, luminoso, nitido e cristallino, candido come il cuore di una fanciulla che lascia alle spalle una gioventù spensierata per intraprendere quella che sarà una nuova e inaspettata vita.

sabato 11 marzo 2017

La Tuberosa del III millennio: la "Tuberosa Androgina" IIparte

Durante il simposio, prende la parola il commediografo Aristofane e dà la sua opinione sull’amore narrando un mito. Un tempo – egli dice – gli uomini erano esseri perfetti, non mancavano di nulla e non v’era la distinzione tra uomini e donne. Ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li spaccò in due: da allora ognuno di noi vive in perenne ricerca della propria metà , trovando la quale torna all’antica perfezione. (DAL “SIMPOSIO” di PLATONE Aristofane e il mito dell'androgino)


Ho scomodato il Simposio di Platone proprio per cercare di capire come nell’ultimo decennio la tuberosa abbia subito, attraverso varie tecniche di lavorazione, una vera e propria metamorfosi  con la privazione del profilo morbido cremoso e narcotico proprio del fiore bianco per rinascere ruvida, speziata  amara, sino  all’abbandono definitivo di quei connotati che sottolineavano la sua appartenenza al genus femminile, e al contrario sia stata avvicinata ad altre materie prime propriamente maschili come il cuoio ed il vetiver, creando un vero e proprio “ibrido”
Già a partire dagli anni '20 si parlava dell’attrice Louise Brooks, fanciulla ribelle, e disinibita, come simbolo di una moda che ammiccava all'androginia, più vicino di quanto non si creda ad alcune tendenze "shock" di qualche decade dopo, come pure Marlene Diedrich negli anni '30, una delle primissime donne ad indossare i pantaloni fino ad arrivare al geniale e attraente David Bowie negli anni '70 e  a Tilda Swinton negli anni '90 come personaggi più rappresentativi dell’androginia.    

                                                                                            


       La tuberosa diva e protagonista assoluta di tante fragranze del passato viene spogliata di tutte quelle sovrastrutture che ne identificano l’appartenenza ad una identità di genere come quella femminile per  assumere connotazioni androgine con delle peculiarità che sfruttano i  suoi lati nascosti:

- nel 2010 Histoires de Parfums  con Tubereuse 3 Animale di Gérald Ghislain lancia sul mercato  una composizione olfattiva,  quasi una danza macabra dove la tuberosa viene sopraffatta da note resinose ed erbacee divenendo quasi irriconoscibile, aromatica e oscura a causa della presenza di tabacco biondo su di una base di prugne e miele, assolutamente non facile da indossare.

- Seduttiva, ovvero dotata del potere di sedurre, intrigante e oscura la composizione olfattiva di Anatole Lebreton del 2014, L'Eau Scandaleuse giocata sul binomio pelle-tuberosa: arcana, misteriosa e scandalosa ricorda Colei che per antonomasia è stata  una delle prime dive trasgressive della storia del cinema, la grande Marlene Dietrich! Dotata per natura di un mix esplosivo di ambiguità e sensualità. Nel film "Marocco",cantava con la sua voce roca e sensuale ove emergeva tutta l’ambiguità del personaggio e regalava per la prima volta al grande schermo, il primo bacio saffico della storia del cinema! Si è vociferato molto nella Hollywood degli anni ’30 sulla sua presunta bisessualità: realtà o finzione?




Immagine tratta da Fragrantica.it
- A stupire nello stesso anno è MAAI di Bogue di Antonio Gardoni, una fragranza al cardiopalma, un mistero che il tempo non è riuscito a svelare: appartiene ai chyprèe, nè verde né luminoso, nè tagliente come i vecchi  e classici chyprèe , qui domina un lato  oscuro  ove la tuberosa e le aldeidi sono assolutamente impercettibili, per lo meno ad un naso come il mio! Un rebus olfattivo,  le cui note verdi sono profondamente sporche, animaliche,  per la presenza  del castoreum, zibetto e muschio. La tuberosa, che a tratti emerge è talmente grezza e ruvida da scomparire come soffocata dall’umido terriccio di campagna da cui  viene letteralmente sepolta insieme a materie prime pungenti e affumicate attraverso legni impregnati di resine. Una tuberosa che ruggisce sotto volute di resine balsamiche e sottili striature d’ambra! Un vero capolavoro da possedere!!!!!!



Nacre Blanche (2014)
di Antonio Alessandria: fonte d’ispirazione di questa fragranza è il candore promanante dalla luna che con la sua luce madreperlacea riflessa in un grande specchio ubicato nell’angolo  nascosto della stanza, regala ai corpi degli amanti nuove sembianze!!! La pelle di lei illuminata dalle candele assume il colore irreale delle figure di cera e vede trasformarsi il suo volto rimirandosi nei mille frammenti dello specchio, convenendo infine che sarebbe stata  la più bella dell’universo poiché finalmente aveva potuto vedersi  con gli stessi occhi del suo amante(Liberamente tratto dalla Casa degli Spiriti di Isabel Allende)  Il cuore della fragranza è morbido e rivelatore della dualità castità-peccato attraverso tutte le sfumature di cui si veste la tuberosa grazie alle diverse sfaccettature dell’osmanto, ora verdi e volatili, ora fiorite e fruttate.  La sua evoluzione la rende davvero unica nel suo genere grazie alla presenza di una nota scamosciata che spoglia il fiore della sua sensualità insieme a leggere sfumature di sandalo, benzoino e muschio animale rivelando un profilo quasi intellettuale.





Baruti (2015) giovane parfumeur di origine greca con Voyance crea una tuberosa visionaria per veri intenditori che non si lasciano spaventare da forti contrasti: definita fumosa, ma al contempo luminosa e limpida da creare quasi un effetto paradosso è una creazione che si pone al di fuori di qualsiasi paradigma olfattivo, ponendo in essere un connubio tra tuberosa e vetiver insieme al sandalo e al legno di  guaiaco  immersi letteralmente in un fondo muschiato rigonfio di acqua. Una visione surreale e stratificata che cambia a seconda del proprio punto di osservazione.

Con Voyance la tuberosa si sveste anche del lato androgino, per diventare definitivamente maschile. 
.........continua
KIRSTY MITCHELL: scatti di creature eteree in un mondo onirico



giovedì 2 marzo 2017

La Tuberosa del III millennio: la rottura con gli schemi del passato! (I parte)



L’assoluta con i solventi volatili, trasporta nella sua integrità la materia prima di cui è fatta la tuberosa, in tutta la sua ricchezza nelle sue molteplici sfaccettature e sfumature: verdi, speziate, potenti e narcotiche per poi disvelare nell’ evoluzione finale il lato fiorito, preferito dai parfumeurs del passato, e presente ancora, in molta profumeria commerciale degli anni ’90.

Occorre arrivare al 1999 per assistere a quello che oserei definire uno “stravolgimento tuberotico” e prendere atto che qualcosa di profondamente diverso e quasi stupefacente si sta affacciando nella profumeria artistica del  nuovo millennio!
 La tuberosa si sveste completamente di quelle che sono le sue caratteristiche frivole  grazie a Christopher Sheldrake  che per Serge Lutens crea “Tubéreuse Criminelle”  infrangendo tutti gli schemi fino ad allora conosciuti nel mondo olfattivo, con una pozione che potremmo definire “stregata” con un’apertura connotata da note balsamiche di eucalipto e chiodi di garofano che arrivano  alla testa potentissime e stordenti a causa di un composto organico che si trova nella tuberosa stessa che è il salicilato di metile. Dimenticate Fracas, cremosa, suadente e conturbante perché la Criminelle è fredda come una lama tagliente dal profilo speziato e fumoso! Una tuberosa che si schiude in una notte oscura senza luna abbracciata solo dalle tenebre! La nota graffiante e ruvida nella repentina e anomala evoluzione si dissolve rapidamente spogliandosi del suo lato ambiguo e crudele per assumere un candore quasi virginale dato dal limpido afflato dei fiori bianchi.  Un vortice olfattivo dove la tuberosa viene scomposta e ricomposta più volte in una costruzione olfattiva ondivaga!


Nel  2005 Frederic Malle collabora con il parfumeur Dominique Ropion  per creare "Carnal Flower" ispirato all’attrice Candice Bergen (zia di Malle) e al ruolo scabroso ricoperto nel film “Conoscenza Carnale” del 1971. Ropion ha impiegato ben diciotto mesi per forgiare quella che a tutt’ora è considerata la tuberosa feticcio da tutti gli amanti del bianco e narcotico fiore. 
Carnal Flower vanta la più alta concentrazione di assoluta di tuberosa indiana, cinta da note canforate e verdi  di eucalipto che cresce tra le gole scoscese a strapiombo sul mare azzurro della verde Liguria in un panorama mozzafiato. Ed è la presenza di oli essenziali di Ylang-ylang ad accrescere la potenza suprema della tuberosa  conferendole uno spessore e una consistenza che non ha eguali in quanto a proiezione e sillage. Una creazione olfattiva sontuosa, affascinante, seducente e mai stucchevole:  la sua cremosità si rivela solo successivamente poiché il gelsomino, il fiore d’arancio e la tuberosa si nascondono nelle note di  fondo della fragranza mentre sentori di cocco e muschio bianco completano la sua evoluzione. 



Nel 2009 Pierre Guillaume lancia Tubereuse Couture: che potrei definire croccante e cristallina, ove la dolcezza verde dell’olio di Kalamanzi insieme allo zucchero di canna a all’Ylang-Ylang offrono un ricco ed irripetibile scenario di contrasti tropicali. Una tuberosa splendente da indossare nel caldo afoso della primavera inoltrata. Un verde germoglio ricoperto da uno strato di zucchero di vetro trasparente! Non è mai stucchevole grazie alla presenza del papiro e al verde gelsomino: una fragranza che a dispetto di tutte le altre non è lasciva o narcotica ma limpida, pulita fresca ed aerea.


Le sorprese non finiscono qui: altre e molteplici vesti assume questo fiore tanto caro alla profumeria di tutto il mondo grazie alle nuove molecole di sintesi in grado di  conferire alla tuberosa autentiche  sfumature camaleontiche, a seconda che venga sfiorata da materie prime come il vetiver, il sandalo o note resinose ed erbacee da renderla irriconoscibile creando veri e propri effetti paradosso!